Un Tizio sul tavolo

Un corpo illuminante celebre nel mondo per la sua struttura esile, essenziale, ma estremamente resistente, raffinata ed elegante. Il design inconfondibile della lampada da tavolo Tizio di Artemide è sempre molto richiesto per l’illuminazione di scrivanie d’ufficio, tavoli da lavoro, in studi professionali o attività commerciali, per la sua eleganza e modernità.

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Una piccola grande meraviglia, firmata Richard Sapper, proposta in tre colori: nero, bianco o grigio alluminio. La lampada da tavolo Tizio della ditta Artemide è disponibile in tre dimensioni con struttura in policarbonato verniciato o alluminio verniciato. La sofisticata concezione costruttiva con testa e braccio orientabili e bilanciati da contrappesi, vede la presenza di un trasformatore alla base della lampada che alimenta la lampadina alogena per produrre luce diretta orientabile a due intensità. Un design unico ed inimitabile, che arricchirà di stile il vostro ambiente.

Arte e arredamento

Al fianco del mondo sconfinato dell’arte, da secoli pittura e scultura scivolano nelle mani di sapienti artigiani per realizzare complessi capolavori materici. Più di rado capita anche che un artista provi a confrontarsi con il mondo dell’arredo. Qui la spiritualità e la creatività dell’artista per una volta si uniscono ai criteri di funzionalità per dare vita a pezzi di design d’eccellenza, frutti dell’arte a servizio dell’uomo. E così Rietveld trae ispirazione dalle tele di Mondrian per creare, nel 1923, la sua famosa Sedia rossa e blu. Il giallo che irradia il sole, il blu dell’orizzonte celeste, il rosso, come unione di due, nell’alba e nel tramonto, qui si intrecciano per diventare un’icona del design moderno.

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Un’elaborazione spaziale di volumi rettilinei ed un’interazione di piani orizzontali e verticali che nuota nello schema cromatico dei colori primari uniti al nero, in piena corrente De Stijl. E mentre Rietveld punta al benessere e al comfort dello spirito, oltre che alla comodità materiale, accade anche che un genio sarcastico e visionario come Marcel Duchamp prenda in prestito un comune oggetto d’arredo per restituire agli spettatori curiosi una delle tante sue opere scanzonate: la Ruota di Bicicletta (1951), dove ogni oggetto, sbeffeggiato da Duchamp, ha perso la sua funzione. Ancora una volta l’artista ruba al quotidiano il materiale per l’arte, scomodando un comune sgabello con una ruota rovesciata. Innumerevoli sono infine i designers presi in prestito dal mondo dell’architettura: Mies, Corbu, Gropius, Mackintosh, Aalto, Saarenen, fino ai giorni nostri con Zaha Hadid, Mendini o Sottsass. Nella sonnecchiante realtà fiorentina vorremmo segnalarvi l’opera animata ed appassionata dell’artista Fabio De Poli, che in un’intensa ricerca espressiva e figurativa, attraversa la pittura contemporanea e l’arte plastica per sconfinare nel mondo accattivante del design e dell’arredamento.